Giurista e uomo politico italiano. Fu docente di Diritto costituzionale e di
Procedura civile nelle università di Pisa e Napoli, prima di
intraprendere la carriera di magistrato, nella quale raggiunse i più alti
gradi: dapprima avvocato generale, poi procuratore generale e infine primo
presidente della Corte di Cassazione. Eletto senatore nel 1900, fu ministro di
Grazia e Giustizia nel primo gabinetto Nitti (1919-20). Direttore della rivista
"Giurisprudenza italiana", si oppose al Fascismo e per tale motivo nel 1923 fu
esonerato dall'insegnamento. Diede contributi fondamentali per il rinnovamento
degli studi giuridici, in particolare nel campo del Diritto pubblico. Tra i suoi
scritti ricordiamo:
Alcune questioni di diritto e procedura civile
(1884);
Lo Stato moderno e la giustizia (1885);
Principi di procedura
civile (1890), ristampato nel 1935 con il titolo
Istituzioni di procedura
civile;
Istituzioni di ordinamento giudiziario (1890);
La
sovranità civile della scienza (1901);
Della necessità
urgente di restaurare la Corte di cassazione (1906);
Manuale della
procedura civile (1921);
Il nuovo codice di procedura civile. Riflessioni
e proposte (1923) (Mantova 1855 - Roma 1936).